Quando un ragazzo (con la sua famiglia) viene sballottato da quel tornado che si chiama Cancro, c’è una sacrosanta verità che emerge fortissima: la terapia non basta. Nell’esistenza di questi pazienti così speciali c’è bisogno dell’azione di un’altra “medicina”. Impalpabile. Impagabile. Potente. Si chiama: avere la possibilità di esprimere, di esorcizzare le angosce, le speranze, il desiderio di rivolta.
Leo 299 (pseudonimo artistico di Davide Ciceri) è un adolescente costretto da un osteosarcoma a crescere troppo in fretta. Ha conosciuto Filippo: assieme hanno condiviso per un certo periodo le lunghe sedute di chemioterapia, nelle stanze dell’Istituto dei Tumori di Milano. E adesso questo ragazzo ha sentito il pressante bisogno di raccontare il suo difficile percorso in un libro toccante. Perché Leo lo sa perfettamente: le parole sono farmaci.
Dal settimo cielo al settimo piano (edito dal Corriere della Sera) racchiude appunto il vissuto di un giovane – che adora e coltiva il motocross – divorato da mille interrogativi ma animato da un solido scopo: reinventare in qualche modo la propria vita. Un cammino, questo, che, accanto all’eccellenza delle cure, è alla base del Progetto Giovani coordinato dal dottor Andrea Ferrari, energica realtà sorta all’interno della Pediatria oncologica, diretta dalla dottoressa Maura Massimino, dell’Istituto Nazionale dei Tumori. Si rivolge agli adolescenti malati di cancro, con l’obiettivo di occuparsi non solo della patologia, ma anche del mondo dei ragazzi, alimentando all’interno dell’ospedale la loro normalità. La loro creatività.
Ebbene, il magico libro di Leo/Davide è uno dei frutti del lavoro artistico sviluppato in seno al Progetto Giovani. Una testimonianza che lascia il segno. Che fotografa con la schiettezza immensa e disarmante di un diciannovenne la tempesta dopo la diagnosi. Ma anche la voglia incontenibile di costruire un nuovo domani baciato da un raggio di sole.